8xmille – I bilanci in chiaro, voce per voce.

Una piccola guida alla lettura delle voci dei bilanci.

PREMESSA

È necessario dire subito che solo i fondi relativi alle due grandi voci dei bilanci diocesani: “culto e pastorale” e “carità”, sono effettivamente gestiti dalle singole diocesi.

Diversamente, non sono erogati dalle diocesi, ma entrano nel computo della quota dell’8xmille loro spettante, i fondi destinati al sostentamento del clero della diocesi, che sono erogati ai sacerdoti direttamente dall’Istituto centrale sostentamento clero. Le somme per l’edilizia di culto e beni culturali sono destinate direttamente dalla Cei alle parrocchie o agli enti che realizzano le opere, e la diocesi fa solo da tramite e da garante.

I fondi attribuiti dalla Cei per culto e pastorale alle diocesi italiane sono per metà ripartiti in parti uguali tra le 226 diocesi esistenti, per l’altra metà sono assegnati in proporzione al numero di abitanti di ciascuna diocesi.

CULTO E PASTORALE

L’espressione “esigenze di culto della popolazione e pastorale” comprende molti settori di attività.

Esercizio del culto : spese per l’edilizia di culto finanziate direttamente dalle diocesi, ivi compresi i nuovi centri parrocchiali, esercizio, conservazione e restauro degli edifici esistenti; qui sono inserite anche le spese per i sussidi liturgici, edizione di lettere pastorali, formazione degli operatori liturgici, eccetera.

Esercizio e cura delle anime : spese per sostegno ad attività pastorali: parziale sostegno agli uffici amministrativi e pastorali diocesani, Tribunale ecclesiastico, mezzi di comunicazione sociale, Facoltà teologiche e Istituti di scienze religiose, archivi diocesani, Consultori familiari, parrocchie in condizioni di necessità straordinarie, iniziative a favore del clero anziano e malato, eccetera.

Formazione del clero e dei religiosi : sono riepilogate qui le spese per i seminaristi e la formazione di preti, diaconi e religiosi, spese per la pastorale delle vocazioni.

Scopi missionari : sono i fondi erogati per le missioni. Il fatto che siano spesso a zero in questi prospetti non significa che non vengano erogati in quanto, di solito, per questi fini non vengono utilizzati i fondi dell’8xmille.

Catechesi ed educazione cristiana : oratori e patronati, contributi a associazioni e movimenti, pastorale della scuola, del lavoro, della salute, ecc.

Contributo al Sovvenire diocesano : rappresenta la somma che le diocesi, su indicazione della Cei, devono mettere a disposizione del delegato diocesano per il Sovvenire perché possa promuovere 8xmille e offerte.

Altre assegnazioni : costituiscono di solito voci specifiche che non ricadono nelle categorie precedenti, sempre nell’ambito del culto e la pastorale. Come esempio possiamo prendere Gubbio che nel 2017 ha destinato circa 180.000 euro per riadattare i locali del vecchio Seminario diocesano, come sede per i corsi di formazione della Lumsa, al fine di promuovere la cultura e la formazione di eccellenza, in un progetto che ha coinvolto Lumsa, diocesi e Comune di Gubbio.

Saldo somme per iniziative pluriennali :

costituisce il saldo sull’utilizzo di un piccolo fondo che le diocesi costituiscono a fronte di eventi imprevisti, viene rinnovato di anno in anno, se non utilizzato e rinnovato per lo stesso importo il saldo è a zero.

Recupero su 8xmille di somme anticipate : le diocesi possono chiedere una anticipazione di denaro alla Cei, che poi restituiranno in un certo numero di rate che vengono trattenute dalla Cei stessa che le deduce dall’erogazione dell’8xmille.

Questa voce rappresenta questi ratei.

Somme assegnate e non erogate : costituiscono le somme che, appunto, non sono state erogate nell’anno contabile precedente e quindi verranno erogate nell’anno successivo.

CARITÀ

Distribuzione a persone bisognose : somme erogate direttamente a persone nel bisogno, sia dalle diocesi che dalle parrocchie o altri enti.

Opere caritative diocesane : fondi assegnati alla Caritas diocesana, a case famiglia o case per anziani che fanno riferimento direttamente alla diocesi. Si tratta di enti che erogano beni e servizi ai poveri (dagli alimenti agli alloggi fino all’assistenza medica, al vestiario, ai pasti).

Opere caritative parrocchiali : analoga alla voce precedente, ma si tratta di strutture parrocchiali (spesso si tratta di assistenza agli anziani).

Opere caritative di altri enti : come sopra ma i soggetti sono strutture o fondazioni (anche qui spesso si tratta di assistenza agli anziani).

(Per le voci: Altre assegnazioni, Saldo iniziative pluriennali e Somme assegnate e non erogate, idem come sopra per culto e pastorale).

SOSTENTAMENTO DEL CLERO

Ai sacerdoti è assicurata una mensilità che va da poco meno dei 900 euro per un sacerdote appena ordinato al massimo dei circa 1.400 euro netti per un vescovo ai limiti della pensione, per 12 mensilità. Il sistema è gestito dall’Istituto centrale per il sostentamento del clero, che garantisce lo stesso trattamento su tutto il territorio nazionale intervenendo a integrazione del reddito fino a garantire il minimo. Per esempio, se un sacerdote lavora come insegnante percependo 1.500 euro netti al mese, non riceverà nulla dal Sostentamento clero perché il suo reddito supera la soglia minima.

I sacerdoti, come tutti i cittadini, pagano allo Stato italiano le imposte dovute per la loro remunerazione e anche gli oneri previdenziali per la pensione a cui possono ricorrere a circa 79 anni con una pensione Inps di 502,93 euro netti. Le voci che compongono i fondi destinati al sostentamento dei sacerdoti sono: bilancio parrocchiale (0,07 euro al mese per abitante), reddito personale dei sacerdoti, redditi amministrati dagli Istituti diocesani sostentamento clero (Idsc), erogazioni liberali o offerte deducibili, fondi 8xmille.

In Umbria nel 2017 sono stati sostenuti 698 sacerdoti per 11.317.801,22 euro (in media 1.351 euro/mese lordi per ogni sacerdote) derivanti per il 3,7% dalle parrocchie, per il 10,5 % dai redditi personali, per il 5,9 % dagli Idsc, per lo 0,7% dalle erogazioni liberali, per il 79.2 % dai fondi 8xmille.

EDILIZIA DI CULTO E BENI CULTURALI

Queste due voci indicano quanto messo a disposizione per la costruzione di nuovi edifici di culto o per il restauro e la conservazione dei beni culturali. La Conferenza episcopale italiana finanzia parzialmente le opere applicando un principio ecclesiologico ed educativo. Si ritiene, infatti, che il concorso delle energie locali sia espressione di partecipazione e corresponsabilità. La Cei, quindi, interviene con un contributo massimo del 75% della spesa preventivata (70% per gli interventi sugli edifici esistenti) nel limite di parametri approvati annualmente dal Consiglio episcopale permanente.