Una Firma che conviene a tutti!

19. Ottobre 2017 News 0

8 PER MILLE. Intervista al referente di Sovvenire per la diocesi di Perugia.

Basta una firma, quella dell’8xmille. Uno strumento di democrazia che fa bene a tutti i cittadini “perché quanto viene dato alla Chiesa si moltiplica e si trasforma in beni e servizi per tutta la comunità”. A dirlo è Giovanni Lolli, referente della diocesi di Perugia-Città della Pieve per il Sovvenire, il servizio per la promozione del sostegno economico della Chiesa. Insieme a lui abbiamo cercato di capire davvero cosa significhi.

Partiamo dalla base: cos’è l’8xmille?

“Lo Stato mette a disposizione dei contribuenti una quota del gettito complessivo Irpef per scopi ‘sociali o umanitari’ a gestione statale oppure ‘religiosi o caritativi’ gestiti da confessioni religiose. Questa quota è pari all’8xmille dell’intero gettito Irpef. Lo Stato non ne decide direttamente l’attribuzione, ma la affida alla libera scelta dei cittadini contribuenti che possono esprimere la loro preferenza firmando in una delle caselle sui modelli Unico, 730 e Cud. È bene sottolineare che non si tratta dell’8xmille dell’Irpef versata da ciascun contribuente, ma dell’8xmille del gettito complessivo che lo Stato riceve da questa imposta. In sede di ripartizione, dunque, ogni firma vale allo stesso modo, a prescindere dalle differenze di reddito”.

Quindi, non è solo la Chiesa cattolica che ne beneficia?

“No, i soggetti destinatari possono variare ogni anno, perché il meccanismo è aperto: ogni confessione religiosa può chiedere di aderirvi. Oggi i soggetti che ne possono beneficiare sono dodici: Stato italiano, Chiesa cattolica, Avventisti del settimo giorno, Assemblee di Dio, Chiesa valdese, luterana, ortodossa, evangelica, apostolica, comunità ebraiche, buddiste e induiste”.

I fondi come vengono ripartiti?

“La ripartizione avviene in proporzione alle scelte espresse, quindi senza tenere conto degli ‘astenuti’. Ad esempio, se il 60 per cento dei contribuenti esprime una scelta, si terrà conto delle preferenze di quel 60 per cento. Non esiste obbligo, ma semplicemente la facoltà di scegliere la destinazione dell’8xmille. Lo Stato ripartisce l’intero 8xmille in proporzione alle scelte espresse, senza che l’astensione di alcuni sottragga alla ripartizione una parte”.

Quindi firmare conviene a tutti?

“Sì, certo. Una delle critiche rivolte alla Chiesa cattolica è stata proprio quella di beneficiare dell’80% dei fondi dell’8xmille, nonostante una preferenza espressa dal 46-47% dei contribuenti. Ma, a ben vedere, è lo stesso meccanismo democratico che vige per le elezioni: pur non raggiungendo mai il 100% degli aventi diritto, si ripartiscono tutti i seggi in Parlamento. Chi non vuole che il proprio 8xmille vada alla Chiesa cattolica deve semplicemente firmare a favore di un’altra confessione religiosa o dello Stato stesso”.

Molti, però, non ne sono consapevoli. O forse non sono sufficientemente informati…

“È questo il compito del Sovvenire. Nella diocesi di Perugia stiamo lavorando per la formazione-informazione sul tema. Il 12 maggio è previsto un convegno con l’Ordine dei commercialisti, inoltre vogliamo lanciare la campagna ‘Io firmo’ rivolta principalmente a coloro che sono esonerati dalla dichiarazione dei redditi, ovvero lavoratori dipendenti e pensionati. Specialmente quest’ultima categoria, infatti, si trova in maggior difficoltà con la nuova procedura telematica, perché non tutti hanno dimestichezza o possibilità di utilizzare gli strumenti informatici. Predisporremo degli sportelli per aiutare chi ne ha bisogno a compilare il proprio modello e trasmetterlo al Caf”.

Ma, concretamente, dove finiscono questi fondi?

“La Cei destina i fondi a tre aree di intervento: il sostentamento dei sacerdoti, interventi di carità, e progetti pastorali e di culto. Gli ultimi dati disponibili risalgono alle dichiarazioni 2013, divulgate nel 2016, e parlano di circa un miliardo di euro di fondi assegnati alla Chiesa, di cui 350 milioni (34,4%) impiegati per il sostentamento del clero, 270 (26,5%) in opera di carità e 398.842 (39,1%) per progetti di culto e pastorali. All’Umbria sono stati destinati circa 15 milioni e mezzo. In nome della trasparenza, la Cei dà annualmente pubblico rendiconto del modo in cui ha ripartito e gestito queste risorse”.

Tutti possono toccare con mano i frutti scaturiti dalla propria firma. Sul sito www.8xmille.it si trovano dati, numeri, resoconti, informazioni utili e tutti i progetti realizzati. Così si scopre, in un click, che grazie all’8xmille a Perugia operano il “Villaggio Sorella Provvidenza”, il punto di ristoro sociale “San Lorenzo” o la casa per anziani e persone in difficoltà “Villaggio Santa Caterina”; ancora, in giro per l’Umbria, i vari Empori Caritas, progetti di integrazione, accoglienza, reinserimento lavorativo, supporto alle famiglie. Basta una firma.


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